26/8 15:58Giannipentax:Perozzi si ho provato con il recuoero password ma niente da fare
25/8 8:30Perozzi:Hai provato a fare un recupero password?
17/8 14:33Giannipentax:ragazzi aiuto, chi di voi mi può aiutare ad entrare su Flickr che sembra che non mi riconosce?
14/8 17:41RUMBLEBEAT:BUON FERRAGOSTO A TUTTE E TUTTI GLI INITINERANTI! Tenetevi pronti per i ContesT post vacanziero di SETTEMBRE
19/4 16:32RUMBLEBEAT:Grazie Edit! Anche se li ho visti in ritardo fanno sempre piacere
12/4 10:16Edit:...giornata speciale... BUON COMPLEANNO a Mastro Rumble e Mastro Nick
6/1 17:49RUMBLEBEAT:Ciao Jukeric, buon anno e buona luce anche a te!
3/1 18:10JukeRic:Auguri a tutti di un buon anno nuovo, migliore, molto migliore di quello appena passato!
3/1 0:04RUMBLEBEAT:Melrosa ben ritrovata! Ci fa piacere se continui a seguirci. Posta qualche tuo scatto e dì la tua sui nostri. Ti aspettiamo !
30/12 7:31Melrosa:Magari non vi ricordate di me, ma voglio lo stesso lasciarvi gli auguri. Ho imparato tantissimo da voi sin dai tempi di SPC e Ve ne sono grata. Purtroppo dal mio telefono la fruizione del forum è poco agevole e raramente mi trovo ad aver tempo quando sono al PC. Un saluto e tantissimi auguri per un anno finalmente sereno.
26/12 19:35RUMBLEBEAT:AUGURISSIMI DI BUONE FESTE A TUTTE E A TUTTI GLI INITINERANTI
25/12 17:03Perozzi:Auguri di Buon Natale a chi passa di qua
24/12 18:23gi.gus:Sinceri auguri di Buone Feste a tutti...
5/12 16:08RUMBLEBEAT:Grazie a Mastro BOBO che ha rimesso a posto la testata del forum e la vetrina del Contest mensile!
18/11 12:09RUMBLEBEAT:Per la cover del Contest di Novembre la storia della ROBOT, la macchina motorizzata, dell'aviazione tedesca e di Vivian Maier...
18/11 12:08RUMBLEBEAT:AMICHE E AMICI FOTOGRAFI! E' ONLINE IL CONTEST N° 103 DI NOVEMBRE, L'INITINERE HOT SHOT! CANDIDATE QUI ! ! !
12/10 19:10RUMBLEBEAT:Si infatti è un po' microscopico. Sono sicuro che riesci a rimetterlo a posto, Mastro Bobo
10/10 18:14bobo3361:bennerino visibile. so che è penoso ma per ora non ho altre soluzioni
9/10 9:17bobo3361:so che non si vedono alcune parti della home page. sto cercando fi risolvere
25/9 17:34RUMBLEBEAT:In arrivo a Roma all'Ara Pacid a gennaio mostra suJosef Koudelka: 100 foto di siti archeologici in 19 paesi
4/6 7:52Perozzi:Non passo spesso dalla homepage, per cui noto solo ora gli auguri, con sommo ritardo. Grazie per il pensiero, graditissimo.
29/4 10:17Edit:... AUGURI di BUON COMPLEANNO a Mastro Perozzi ...
18/4 18:29RUMBLEBEAT:In ritardo, ringrazio mastro Bobo e il grande Perozzi per i doppi auguri !!
12/4 17:48Perozzi:Auguri al nostro Luca Rumble e a tutti di Buona Pasqua
12/4 11:02bobo3361:Buona Pasqua a tutti e soprattutto a Luca Rumblebeat, che compie pure gli anni!!
27/3 19:41gi.gus:Io uso faststone programma free molto intuitivo...
27/3 12:31Edit:---> gi.gus mi spieghi come fare il collage ... che son torda !!!
24/2 20:08RUMBLEBEAT:Un'altra bella intervista a Gianni Berengo Gardin, che il 10 ottobre compirà 90 anni
16/1 16:54RUMBLEBEAT:Vi propongo il link alla bellissima intervista a Gianni Berengo Gardin, girata nella sua casa-archivio e proiettata alla mostra a Roma PROROGATA AL 2 FEBBRAIO
16/1 16:29RUMBLEBEAT:CANDIDATE, SELEZIONATE, SCEGLIETE, POSTATE le migliori foto di dicembre! Il Contes è online
15/1 18:35RUMBLEBEAT:È morta la ragazza simbolo del '77 ritratta da Tano D'Amico QUI
5/1 0:02RUMBLEBEAT:BUON ANNO E BUONA LUCE A TUTE E TUTTI GLI ITINERANTI!!! AUGURI PER IL 2020
30/12 9:00bobo3361:poi mi dimentico..... BUON ANNO!
Perchè Atget? … perchè è un fotografo, il cui lavoro, sensibile e perfettamente imperfetto, ha avuto una grande influenza sui fotografi americani del dopoguerra (Lee Friedlander in primis). Non si può fare street o fotografia di architettura e paesaggio urbano senza conoscere la sua opera. I suoi punti di vista, le sue riflessioni, i suoi personaggi.
La vita e le intenzioni di Eugene Atget sono fondamentalmente sconosciute. Pochi fatti documentati e sono una manciata di racconti non di prima mano a fare uno scarno ritratto dell'uomo. Atget nacque a Libourne vicino a Bordeaux nel 1857. Lavorò come velista durante la gioventu per intraprendere poi una carriera di scarso successo come attore. A 40 anni lasciò il palcoscenico provando, fallendo, a divenire un pittore. L'avvicinarsi alla pittura, però, gli fece scoprire il lavoro della sua vita: la Fotografia. In quegli anni, infatti, la commistione tra fotografia e pittura era fortissima ed alcuni suoi primi clienti furono proprio pittori.
Atget con tranquillità fino alla sua morte inseguendo la sua vocazione. Ad un osservatore casuale le sue fotografie possono sembrare quelle di un qualsiasi fotografo commerciale di quei giorni. Non era un innovatore e lavorò pazientemente utilizzando tecniche già superate quando le apprese e obsolete al momento della sua morte. Non sperimentava, non era un teorico. Non fondò nessun movimento e non appartenette a nessun circolo.
Nonostante ciò produsse fotografie che per purezza ed intensità non sono mai state superate.
Il lavoro di Atget è unico su due livelli: produsse, uno dei più grandi cataloghi sui frutti dalla cultura francese e di Parigi e lo fece in una maniera talmente originale, che il suo lavoro ancora oggi è una pietra di misura col quale confrontarsi.
La sua produzione comprendeva e trascendeva allo stesso tempo l'approccio alla fotografia che avevano i suoi coevi un misto, cioè, di documentazione e espressionismo. Le sue fotografie erano seduttive e solo apparentemente semplici. In esse vive un alone di mistero e verità ed il solo osservarle costituisce una esperienza. Mostrano non solo l’evidenza di una Parigi d’altri tempi, ma anche il raffinarsi di una poetica che procedendo dalle prime immagini pienamente descrittive (in cui la forte luce del mezzogiorno non lascia spazio alle emozioni), giunge a composizioni sempre più accurate e ad uno stile del tutto personale e soggettivo.
Egli rimane, certamente per scelta, fedele fino alla fine al suo pesante apparecchio fotografico 18 x 24 a soffietto ed a un sistema di lenti, il cui assemblaggio modificabile consentiva di cambiare lunghezza focale, ma non di evitare tempi di posa molto lunghi e vignettature. Proprio tali tempi d’esposizione gli consentono di creare quel suo particolare vuoto, quasi metafisico, intorno ai suoi soggetti: “curiosamente quasi tutte queste immagini sono vuote… Sono queste le opere in cui si prefigura quella provvidenziale estraniazione tra il mondo circostante e l’uomo.
La vignettatura, altro segno distintivo di molte delle sue fotografie, è dovuta alla sua abitudine di posizionare la lente a limite delle possibilità fornitegli dalla sua vecchia camera in legno, al fine di correggere la prospettiva e le zone a fuoco dell'immagine. Atget, che conosceva questi aspetti, prese ad utilizzarli più che a subirli. Uno dei pregi della sua fotografia era che non era asettica, come quella di molti altri documentaristi dell'epoca, ma calda, imperfetta, asimmetrica ... quasi volutamente non perfettamente verticale (). Egli si approccia ai soggetti con una sensibilità palpabile
Il merito più grande di Atget consiste ad ogni modo nell’aver coniugato una consumata maestria tecnica, col tempo raffinata, e celata dietro la semplice naturalezza delle sue immagini, con la tenace determinazione di “collezionare” soggetti fino ad allora trascurati per affidarli alla memoria storica.
“Per più di vent’anni, per mezzo della mia iniziativa personale e del mio lavoro, ho raccolto da tutte le vecchie strade della vecchia Parigi immagini fotografiche… di belle architetture secolari dal sedicesimo al diciannovesimo secolo: vecchi alberghi, case storiche o curiose, belle facciate… Posso dire di possedere tutto della vecchia Parigi”, scrive Atget, senza esagerazioni, nel proporre il suo imponente lavoro sulla “Vieux Paris” al Service Photographique des Monuments Historiques.
La sua raccolta è meticolosa, ma selettiva. Il suo tentativo, perfettamente riuscito, è quello di ricostruire il passato: l’atmosfera di questa città, quand’era ancora priva d’elettricità, d’acqua corrente, e dei segni dell’industrializzazione. Nelle sue foto non vi è traccia di queste cose, come sono ignorate le due maggiori esposizioni internazionali in essa tenutesi nel 1889 e nel 1900. Le vedute celebrative e le manifestazioni grandiose sono state del tutto trascurate a favore di aspetti più dimessi e realistici della vita quotidiana: la descrizione di parchi, alberi, negozi, oggetti umili, particolari di facciate erose dal tempo, angoli di caratteristiche viuzze e, più di rado, uomini, i cui mestieri erano anch’essi emblematici di un passato che andava sparendo.
Per questo immenso lavoro solo poche volte esistette una specifica committenza, in genere da parte di istituzioni interessate alla documentazione (un’eccezione appare la richiesta da parte di André Dignimont di una serie di immagini sui bordelli per un mai realizzato libro).
Atget appare motivato in questa sua “epica impresa” di preservazione della memoria più da una sorta di “autocommittenza”, che dal suo presunto impegno a rifornire d’immagini pittori (anche di un certo spicco) ed illustratori.