|
| Riporto pari pari un articolo di Vincenzo Cottinelli:
1- Premessa
Stando così le cose, non potremo più sapere come eravamo (Grazia Neri, 2011)
Fotografia di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico: ripresa, utilizzo, pubblicazione. Principi costituzionali, Legge n.633, Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Spunti per un dibattito.
Premessa
Data la scarsità di pronunce giurisdizionali in materia di fotografia, la sentenza della Corte di Cassazione, sez. V penale, 30 gennaio 2012 n. 3721 Pres. Ferrua – est. Marasca, fornisce lo spunto per riflessioni utili anche al di là della fattispecie esaminata. La Corte annulla un provvedimento di proscioglimento affermando che sussiste il reato di diffamazione a mezzo stampa a carico del direttore e dell’editore di un quotidiano, per un testo denigratore della mendicità corredato dall’immagine di una mendicante, fotografata per strada, che viene così associata ai contenuti dell’articolo ed è perciò diffamata.
E’ impossibile esaminare razionalmente la questione della disciplina legale della fotografia di persone in luoghi pubblici, se non si opera una chiara separazione dei momenti nei quali si articola il procedimento fotografico. Di fatto, sia nel dibattito fra addetti ai lavori, che negli atteggiamenti sociali, regna una grande confusione: si tendono ad applicare alla ripresa concetti e regole che invece dovrebbero valere solo per l’utilizzo della fotografia. E’ sempre più frequente un atteggiamento di resistenza o anche di violenza da parte di chi, in luogo pubblico, vede nel fotografo un aggressore da fermare, cui proibire la ripresa, considerata come una illecita intrusione nella vita privata del cittadino. Sembra riemergere una concezione rozza, primitiva, superstiziosa della fotocamera come strumento che ruba l’anima. Eppure oggi tutti fotografano, nella più totale ignoranza della storia della Fotografia; tutti mostrano cumuli di immagini private in quel grande “bar all’aperto” che è Facebook, ma nessuno sembra accettare che qualcuno voglia seriamente fotografare la vita della comunità, come facevano la Street Photography, il fotoreportage sociale, nati in America e in Francia e diffusi in tutto il mondo sull’onda delle straordinarie storie visive raccontate da William Klein, Robert Frank, Eugene Smith, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, per citare solo i più pubblicati. Grazie ai loro scatti sappiamo come erano i nostri genitori, come eravamo noi da piccoli, come erano la vita e il costume nella realtà sociale. Nel futuro, forse si conoscerà solo come erano i nostri set, i nostri spettacoli, le inaugurazioni di boutiques, le sfilate di moda. L’eventuale obbligatorietà del consenso preventivo (scritto!) dei fotografati in luogo pubblico segnerebbe la paralisi totale della Street Photography. Il presente spunto cerca di dimostrare che vi sono argomenti per resistere, per non d...Read the whole post... |
|