in itinere - il caffè dei fotografi (la fotografia dell'uomo; human and streetphotography)


 
Replying to PECKER (1998) IL FILM
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RUMBLEBEATPosted: 21/2/2021, 23:54
"PECKER" (1998) di John Waters
La street photography in una commedia americana

Su Youtube il film del trasgressivo regista di Baltimora

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Il manifesto del film



Stavolta niente mostre di affermati fotografi . Questa recensione è per un film che ho visto di recente - una commedia oramai di qualche anno fa - che ho scoperto per caso cercando informazioni su una macchina fotografica. Mi spiego. Tempo fa ho trovato in un mercatino una "Canonet 28", una compatta a telemetro sfornata da Canon nel 1971. Una piccola macchina dalla linea pulita, con un design secondo me che si avvicina molto alla perfezione, costruita in metallo, con una bella ottica - 40mm f2.8 - e che offre la duplice possibilità di una gestione completamente automatica programmata oppure semi-automatica a priorità di diaframmi. Il tutto gestito attraverso la lettura fornita dall'esposimetro con cellula CDS posta intorno ai bordi dell'obiettivo. Il telemetro consente una messa a fuoco sempre accurata. Una macchina di successo, che ha ispirato nel 1998 - appunto - un film intitolato "Pecker", con Edward Furlong e Christina Ricci.

Pecker è il soprannome “picchio” del protagonista. Interpretato da Edward Furlong, è un ragazzo di 18 anni, che lavora a Baltimora in una paninoteca e ha una grande passione per la fotografia, quasi un’ossessione. Durante il tempo libero scatta foto ai suoi familiari, ai suoi amici e ai vicini, riprende scene di vita quotidiana e immortala atteggiamenti inaspettati e quasi grotteschi in giro per la città. Fotografa tutto quello che accade: il suo amico Matt mentre rubacchia al supermarket, la fidanzata Shelley che dirige la sua lavanderia automatica, la madre Joyce e i clienti del suo negozio di vestiti di seconda mano, il padre Jimmy all’interno del suo pub, la nonna Memama mentre fa parlare la sua statua della Madonna, la sorellina Chrissy che si ingozza di dolci, l’altra sorella Tina mentre lavora come barista in un locale di spogliarelli per gay.

Scatta in bianco e nero, di istinto, con la sua vecchia Canonet 28. Sviluppa le sue foto in camera oscura e decide di organizzare una piccola esposizione nel locale in cui lavora. Qui capita per caso una gallerista di New York che nota e apprezza le foto di Pecker, acquistandone subito una per 30 dollari e proponendogli di fare una mostra nella Grande Mela. Pecker si trova quindi proiettato nel mondo dell’arte, e inizia il suo viaggio verso la notorietà. La critica impazzisce per il suo stile ingenuo e "naif". Il Times scrive di lui: “un adolescente di periferia che dipinge un mondo straordinario con la sua macchina fotografica di seconda mano”.

Ma la fama ha anche un rovescio della medaglia. Tutti i personaggi fotografati da Pecker vengono esposti in gallerie e pubblicati su riviste, e non apprezzano il fatto di essere stati ridicolizzati e che Pecker guadagni soldi dalla vendita delle foto che li ritraggono. La fama sconvolge quindi le abitudini della su famiglia. Pecker non riesce più a scattare foto perché non passa più inosservato, litiga col suo amico , la sorella perde il posto di lavoro, i servizi sociali si presentano a casa per la piccola Chrissy. Pecker si trova quindi a dover scegliere tra la fama e il desiderio di proteggere la sua vita privata e quella della sua famiglia, e sceglie la seconda. Rifiuta di esporre al Whitney Museum of American Art e decide di fare la sua mostra a Baltimora, invitando i critici newyorkesi, che a sorpresa troveranno esposte le foto che Pecker aveva scattato loro in atteggiamenti poco consoni al loro stile. Stavolta sono gli intellettuali newyorchesi a essere oggetto delle foto di Pecker.

Si tratta insomma di una commedia sulla street photography, divertente e leggera, ma che in qualche modo affronta il tema della privacy dei soggetti, ironizzando sul mondo dei critici d’arte e delle gallerie. Alla fine del film, infatti, la gallerista newyorchese ha già scoperto un altro talento: un fotografo non vedente! Il tutto raccontato in maniera ironica e a tratti provocatoria e dissacrante da un regista, John Waters, che ha fatto della trasgressione la cifra stilistica del suo cinema. Pur essendo una commedia divertente e godibile, le scene sullo strip-club per gay e l'ironia velenosa sulla nonna bigotta rivelano la scrittura corrosiva di questo regista che ha nella sua filmografia titoli ben più pepati e irriverenti.

Vi ho incuriosito? Spero di sì. La cosa bella è che per godervi questa commedia leggera sulla street photography che amiamo tanto non dovete che andare su Youtube dove lo trovate CLICCANDO QUIin versione integrale e doppiato in italiano. Il formato ridotto non è di gran qualità, ahimè, ma credo sia una scelta per evitare che il film venga rimosso dai detentori del copyright. Vedetevelo prima che lo tolgano di mezzo. E poi ditemi se vi è piaciuto!