in itinere - il caffè dei fotografi (la fotografia dell'uomo; human and streetphotography)


 
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panka74Posted: 17/10/2012, 23:18

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Spinto dalle polemiche per il prezzo record raggiunto da una fotografia di Gursky ... che a quanto pare ha suscitato la reazione del popolo del web ... volevo fare una Monografia .... invece, visto il gran numero di articoli che ne spiegano la "Fotografia", mi limiterò a segnalarne alcuni in italiano ed in inglese:
1,2,3,4,5,6

Immagini:
1,2,3,4

da strozzina:

"Le fotografie della serie Bahrain hanno per oggetto il circuito di Formula 1 del deserto del Bahrain. Con una macchina fotografia a lastre, Gursky scatta dall’alto delle immagini di un paesaggio profondamente trasformato dall’intervento umano; in un secondo momento, decostruisce le fotografie al computer e le ricostruisce alterando la sequenza delle singole parti e creando un’immagine nuova e diversa. Nascono così delle composizioni che ricordano la pittura astratta. Gli elementi di realtà ancora presenti – come per esempio il logo di una nota compagnia di telefonia mobile – servono a riportare le fotografie nel qui ed ora di una società contraddistinta dall’onnipresenza del marchio.
Andreas Gursky è il più illustre rappresentante di una generazione di fotografi che operano ispirandosi ai principi stilistici della pittura e per i quali l’elaborazione digitale è un momento imprescindibile di configurazione dell’immagine. Per Gursky, il realismo nelle dimensioni dei singoli elementi scivola in secondo piano rispetto alle esigenze poste dal progetto artistico e compositivo; egli, organizzando in modo nuovo i singoli dettagli, innalza gli edifici, accresce le dimensioni delle folle e dà nuova forma ai paesaggi. Per Andreas Gursky, l’immagine fotografica è il materiale grezzo di un complesso intervento dal quale scaturisce l’immagine finale. Le sue fotografie sono quindi una sorta di estetiche astrazioni del reale; secondo l’artista, la realtà “non esiste come tale, ma solo come una costruzione”. Insieme ad altri celebri fotografi come Jörg Sasse, Thomas Struth, Candida Höfer e Thomas Ruff, Andreas Gursky è stato allievo di Bernd e Hilla Becher presso la Kunstakademie di Düsseldorf. La sua opera 99 cent, venduta all’asta nel 2007 per 3,3 milioni di dollari, è considerata la più costosa fotografia di tutti i tempi.

Andreas Gursky (Germania, 1955)

Andreas Gursky si interessa a temi e fenomeni collegati alla modernità globalizzata, alla cultura consumistica e pop, all’architettura e all’intervento umano sul paesaggio, al tema dell’individuo anonimo in relazione ai fenomeni di massa. L’artista osserva i suoi soggetti in modo neutro, distanziato, spesso da una prospettiva rialzata, paragonabile a quella del narratore onnisciente nella letteratura. Crea così delle fotografie impressionanti per dimensioni e precisione dell’immagine, ma per lo più mancanti di un soggetto centrale."

____________________

Il testo linkato sopra dovrebbe ben definire Gursky:
egli non è un fotografo, egli è un grande artista. Le sue opere, frutto di fotografie smontate, rimontate e modificate in studio, hanno lo sguardo di un vedutista educato da circa 200 anni di evoluzione dell'arte e delle sue tecniche.

art-AndreasGursky-420x0


Link a grande dimensione per apprezzarne la matericità.

L'opera Rhine II è esemplificativa della sua arte. Nella sua sutpenda equilibrata semplicità non è meno di un Paul klee.

___________________


articolo sull'opera Rhein II e sulla sua valutazione:

"A sludgy image of the grey Rhine under grey skies, by the German artist Andreas Gursky, has sold for $4.3m (£2.7m) at a Christie's auction in New York, setting a new world record for a photograph.

The desolate featureless landscape shown in Rhine II is no accident: Gursky explained in an interview that it is his favourite picture: "It says a lot using the most minimal means … for me it is an allegorical picture about the meaning of life and how things are."

In fact the artist carefully digitally removed any intrusive features – dog walkers, cyclists, a factory building – until it was bleak enough to satisfy him.

Christie's described it as "a dramatic and profound reflection on human existence and our relationship to nature on the cusp of the 21st century". "